Uno che lavora sul serio tutto il giorno, alzandosi prima dell’alba e rincasando disfatto dopo una decina di ore abbondanti, penserebbe ai broker come a gente con il doppiopetto e la bombetta che fa avanti e indietro con Londra in business class e che in genere non rischia di finire fra gli utenti della Caritas diocesana.
Poi si apre un giornale qualsiasi e viene fuori che il broker si può fare anche a Paternò (Catania) invece che a Kensington.
Come Gianfranco Fallica, che a trentacinque anni aveva moglie, due figli, e quell’inizio di calvizie che rassicura tanto le donne, i clienti e i capufficio.
L’affidabilità fatta persona: chi si sognerebbe di negargli una pistola e magari più di una, dopotutto lavora col denaro e con gente che non si sa mai come potrebbe reagire quando la borsa perde mezzo punto.
Insomma, un qualsiasi giorno di dicembre Gianfranco Fallica prende una pistola (“legalmente detenuta”, sottolineano sempre; come se facesse qualche differenza), uccide la moglie, uccide i figli e si suicida.
E perde tutti i punti.
Mese: dicembre 2018
Corinaldo: usa lo spray al peperoncino e scampa a sessantacinque violentatori!
La notte del 7 dicembre alla Lanterna Azzurra di Corinaldo c’era un concerto.
Uno di questi cianciatori tutti scritti addosso che gli amanti dell’immortale musica barocca come chi scrive non hanno motivo di considerare.
In compenso lo hanno considerato un sacco di ragazzini paganti che hanno riempito la Lanterna Azzurra.
Dove qualcuno ha usato uno spray al peperoncino di quelli che la Lega distribuisce alle iniziative elettorali.
Panico e fuggi fuggi generale a fendere la calca.
Sei morti e cinquantanove feriti, dicono.
L’elettorato leghista è fatto di vecchi incarogniti che hanno paura di tutto: paure coltivate con cura da decenni per motivi elettorali. D’altronde Matteo Salvini non è stato capace di laurearsi neppure in sedici anni, è divorziato ed è sovrappeso: se dovesse cadere in disgrazia avrebbe i suoi bravi problemi anche a farsi assumere come usciere part-time in qualche cooperativa di terz’ordine.
Un elettorato del genere, a fronte di un fatto simile, può commentare solo in un modo: se la sono cercata, sarebbero dovuti rimanere a casa loro, meglio loro che io.
Io sparo e me la cavo – 5
Fredy Pacini fa il gommista a Monte San Savino.
Mircea Vitalie fa il ladro dove capita.
Fredy Pacini di ladri se ne intende perché gli sono entrati in ditta diverse volte e sono cose seccanti.
Mircea Vitalie non sa che Fredy Pacini di ladri se ne intende e gli entra in ditta per fargli cose seccanti.
Fredy Pacini non si fa seccare un’altra volta e provvede lui a far secco Mircea Vitalie.
Risultato, un ladro morto e un gommista che ha sparato.
E che col senno di poi (di due secondi dopo, diciamo) ne avrebbe fatto a meno volentieri.
Perché la propaganda è una cosa, la vita è un’altra.