Uno che lavora sul serio tutto il giorno, alzandosi prima dell’alba e rincasando disfatto dopo una decina di ore abbondanti, penserebbe ai broker come a gente con il doppiopetto e la bombetta che fa avanti e indietro con Londra in business class e che in genere non rischia di finire fra gli utenti della Caritas diocesana.
Poi si apre un giornale qualsiasi e viene fuori che il broker si può fare anche a Paternò (Catania) invece che a Kensington.
Come Gianfranco Fallica, che a trentacinque anni aveva moglie, due figli, e quell’inizio di calvizie che rassicura tanto le donne, i clienti e i capufficio.
L’affidabilità fatta persona: chi si sognerebbe di negargli una pistola e magari più di una, dopotutto lavora col denaro e con gente che non si sa mai come potrebbe reagire quando la borsa perde mezzo punto.
Insomma, un qualsiasi giorno di dicembre Gianfranco Fallica prende una pistola (“legalmente detenuta”, sottolineano sempre; come se facesse qualche differenza), uccide la moglie, uccide i figli e si suicida.
E perde tutti i punti.