Napoli. Antonio Martone, un ardente amore per il fratello Domenico.

La famiglia è un valore. Su questo è d’accordo tutto l’arco costituzionale, specie in campagna elettorale: i toni ostili alla teoria del gender e ad altre malevole forze disgregatrici sono proprio all’altezza dell’importanza della causa.
Questa la teoria.
O meglio, le balle, come al solito.
Poi c’è la realtà.
E nella realtà la famiglia è il regno del colpo basso, della porcata pura e semplice, di personalità sempre in conflitto e anche la finta gentilezza è per litigare per dirla con toni alati, di carogne pure e semplici per usare un linguaggio più alla buona.
Ragion per cui un Antonio che fa il cuoco su una nave da crociera (quelle specie di centri commerciali galleggianti dove tutto costa il triplo che a terra e qualcuno ha anche il coraggio di chiamarle vacanze) può benissimo accarezzare un po’ il fratello Domenico e persuaderlo a stipulare una polizza sulla vita, intestandola a lui personalmente.
Ora, per riscuotere una polizza sulla vita occorre che il contraente muoia.
Antonio non si è certo perso d’animo: con marinaresco senso pratico ha tramortito il fratello, lo ha messo in auto e ha dato fuoco a tutto in un podere. Il marinaresco senso pratico sorvolava sul fatto che vista la situazione finanziaria del fratello, Antonio Martone sarebbe stato il primo sospettato anche per l’ispettore Clouseau. E ometteva anche di soffermarsi sull’esistenza di un mucchio di telecamere sempre accese, impiccione come una portinaia.
Probabilmente in via Medina hanno risolto tutto in una quindicina di minuti, ma prima di accompagnare Antonio al suo nuovo domicilio dove potrà studiare con ogni cura gli atti che lo accusano di omicidio premeditato con l’aggravante dei motivi abietti e futili e della crudeltà hanno atteso riguardosi diversi giorni. Volevano che coltivasse per qualche tempo la certezza di raggiungere la sua amante, al calduccio nelle isole del sud est asiatico.

Napoli, immigrato bengalese si mette con la testa in mezzo alle sassate!

La gioventù napoletana, così esuberante e sincera,così calda di cuore e di sangue, la sera del dodici agosto si stava dedicando alla tradizionale sassaiola di mezza estate quando un immigrato bengalese con regolare permesso di soggiorno (conditio sine qua non per essere aggrediti, derubati, calpestati e derisi che i giornali non mancano mai di riportare) invece di continuare a sudare dietro le sue attività senz’altro all’insegna dell’estremismo islamico ha avuto la pessima idea di intercettare con la testa alcuni sassi.
Un gesto in-qua-li-fi-ca-bi-le che provocherà grossi guai alla nostra gagliarda gioventù. Cosa aspettiamo a rompere le relazioni diplomatiche col Bangladesh, che la sostituzione etnica riempia le nostre strade di simili incoscienti avventati che vengono a rubarci il lavoro?